Marco Geppetti fotografo ufficiale di «Non è la Rai» si racconta a Gente Vip

C'era una volta Non è la Rai, libro di Marco Geppetti e Marika De Sandoli

Marco Geppetti fotografo ufficiale di Non è la Rai. Sono passati 30 dall’esordio in tv di Non è la Rai, il mito non tramonta e il fotografo ripercorre le orme della leggenda della televisione italiana

C'era una volta Non è la Rai Libro di Marco Geppetti
Marco Geppetti con Gianni Morandi

Marco Geppetti, intervista al fotografo ufficiale di Non è la Rai che si racconta a Gente Vip. Il fotografo parla di «C’era una volta Non è la Rai», libro di Marco Geppetti e Marika De Sandoli.

«C'era una volta Non è la Rai», libro di Marco Geppetti e Marika De Sandoli.
«C’era una volta Non è la Rai», libro di Marco Geppetti e Marika De Sandoli

«C’era una volta Non è la Rai» Libro di Marco Geppetti e Marika De Sandoli

Sono passati 30 anni da quando Gianni Boncompagni diede inizio a Non è la Rai, trasmissione che segnò un’intera generazione. Quella degli anni ’90. Una generazione che non aveva niente, se per niente intendiamo oggetti materiali come cellulari, pc, ipad. Ma che forse aveva tutto.

Aveva l’ingenuità, il candore e la spensieratezza di chi vedeva in una spazzola per capelli un microfono per imitare davanti a uno specchio Ambra e tutte le ragazze di Non è la Rai. Non c’era la libertà di uscire quando e dove volevi, perciò l’unico passatempo per tanti diventava il merchandising a loro dedicato. Si collezionavano magliette, quaderni, diari, figurine, poster.

I Cioè avevano preso il posto di Topolino e gli stickers invadevano le pareti delle proprie camerette. Le ragazze di Non è la Rai offrivano un’immagine fresca, colorata, semplice, affatto appariscente che le ha rese eterne.

Un fenomeno di costume senza eguali, il cui successo non va solo alla genialità di Gianni Boncompagni, ma anche a chi ha saputo riprendere scatto dopo scatto questa freschezza tipica della “ragazza della porta accanto”, il fotografo Marco Geppetti.

Chi è Marco Geppetti

Marco Geppetti è figlio d’arte e ha seguito le orme del padre, noto fotografo della capitale ai tempi della dolce vita romana, che all’epoca si concentrava nella celebratissima via veneto a Roma.

Il padre di Marco, Marcello Geppetti, è stato uno dei paparazzi di Via Veneto. Fu anche presidente dell’Associazione Italiana Reporter Fotografi. Con Tazio Secchiaroli e Rino Barillari fotografarono i più grandi attori e personaggi famosi della dolce vita.

«C’era una volta Non è la Rai» libro di Marco Geppetti

E a distanza di 30 anni Marco Geppetti è tornato nelle nostre case. O meglio nelle nostre… librerie con “C’era una volta Non è la Rai” scritto a quattro mani con Marika De Sandoli e con la collaborazione di tre ex beniamine della trasmissione: Arianna Becchetti, Gaia Camossi e Alessandra Cotta.

Un regalo per tutti quei figli oggi un po’ cresciuti ma che amano ancora navigare nei dolci ricordi di un’infanzia vissuta al ritmo del Please don’t go.

Intervista a Marco Geppetti

Come nasce «C’era una volta Non è la Rai» il libro scritto a quattro mani con Marika De Sandoli, esperta di comunicazione?

Era un’idea che avevo in mente da tanti anni, era una cosa a cui tenevo molto ma sono io un pigro mentale atavico! È stata Marika De Sandoli che mi ha esortato a scriverlo e io, supportato da lei che è in grado di portare avanti un progetto di questo calibro, ho deciso quindi di realizzarlo.

Qual è il sentimento che maggiormente prevale all’interno del libro?

Il senso dell’amicizia. Il testo è semplice e ben scritto, dà un quadro molto tenero di quelli che erano gli anni 90, grazie anche ai ricordi di Arianna, Gaia e Alessandra.

Qual è stata la grande bellezza, parafrasando il film di Sorrentino, di quegli anni?

Erano anni che sento molto diversi da quelli attuali, forse perché ero più giovane! C’era il boom della televisione, con la lotta Mediaset-Rai, quindi i programmi erano di un livello qualitativamente più alto.

Anche a Non è la Rai, la bellezza non era solo quella delle ragazze ma era il grande senso edonistico che aveva Gianni Boncompagni che si rifletteva nella scelta della musica, nell’uso delle luci.

Vuoi presentarti ai nostri lettori più giovani? Chi è stato e chi è oggi Marco Geppetti…

È stato, a livello professionale, un figlio d’arte, Marcello era uno dei più grandi fotografi del Novecento. Come racconto nel libro, mi sono fatto le ossa per strada senza favoritismi e poi mio padre, quando ha pensato fossi pronto, mi ha mandato in TV. Il mio stile fotografico è molto semplice, lineare, pulito, anche perché lavoravo con le pubblicazioni delle edizioni Cioè. Oggi gestisco l’archivio di Marcello Geppetti e continuo a fare il fotografo con il mio tipico stile permeato di semplicità. Non c’è tanta differenza tra le ragazze che fotografo oggi e quelle che ritraevo allora. Se guardate le foto del libro vedrete che non sembrano scattate 30 anni fa.

Manca alla tv di oggi un programma come Non è la Rai? Perché?

Manca perché la TV oggi è meno spontanea e più studiata per le interazioni con i social. Pensiamo alle votazioni dei reality odierni ma a Non è la Rai c’era il televoto per eleggere la ragazza più bella: anche in questo Gianni Boncompagni è stato un antesignano.

Come sarebbe stato Non è la Rai ai tempi dei social network?

Avrebbe avuto ancora più successo visto il numero di interazioni delle pagine social dedicate al programma e alle ragazze. I social aiutano tantissimo nella diffusione della popolarità dei programmi, Amici, X Factor, Grande Fratello… ma la qualità di una trasmissione è fatta di altro, secondo me, è dovuta a una serie di elementi che oggi non ci sono più.

Sono passati 30 anni ma siamo ancora qui a parlarne, a scriverne, a organizzare eventi o raduni, qual è stato l’elemento che più degli altri ha reso questa trasmissione eterna?

Non è la Rai sarà eterna perché, come tutte le cose belle, non ha età. Come le canzoni dei Beatles, di cui sono grande fan: piacciono ancora oggi.

La bellezza fresca e pulita delle ragazze le rendono attuali. sembrano ragazze della porta accanto ancora oggi. È l’invenzione di un genio della TV come Gianni.

I fan del programma sono curiosi di sapere se ci sarà un… C’era una volta Non è la Rai bis?

Questo libro è un progetto molto particolare che ha la sua forza nell’originalità. Non racconta solo il programma ma anche l’esperienza mia e quella delle ragazze che hanno partecipato alla stesura, con Marika che ha tracciato tutto il filo del racconto.

Sicuramente potrebbe avere un seguito a livello fotografico perché nel mio archivio ci sono tantissime foto ancora inedite. Penseremo magari al bis con una formula diversa.

Quanto è cambiato il modo di percepire e di mostrare la bellezza attraverso la macchina fotografica?

I paparazzi in passato avevano un estremo senso della bellezza, non ridicolizzavano i personaggi che ritraevano ma li umanizzavano e li rendevano accessibili a tutti. Io ho appreso molto dai grandi fotografi di quegli anni, per esempio da tutta la scuola romana dei fotoreporter.

Non ho molta tecnica, lavoro sull’istinto. Sono un ritrattista e sono io che mi muovo attorno al soggetto e non il contrario.

Il ruolo del fotografo oggi: più croce o più delizia?

È un mestiere ancora stupendo, il problema è che con il digitale e gli smartphone tutti si improvvisano fotografi, è una professione oggi accessibile a tutti. Ma non bisogna dimenticare che dietro lo scatto c’è sempre un cuore, un’anima, una mente, un occhio, una mano, c’è sempre qualcosa che il fotografo mette di sé.

Il fotogiornalismo poi è un lavoro ancora più difficile, non paga quanto dovrebbe, non ci sono più i grandi direttori di giornale, non c’è quel senso della fotografia di una volta… Ma l’amore per la fotografia resta.

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