Definita da critica e pubblico come il valore aggiunto di Vacanze Romane, Fioretta Mari, regina indiscutibile della teatralità italiana, ha portato sul palcoscenico del Sistina, carisma, classe ed eleganza, confermandosi camaleontica regina dalla voce inconfondibile. Fra una prova e una lezione alla Luiss (Fioretta Mari è anche docente allo Strasberg Institute di New York), Gente Vip ha avuto il piacere di intervistare l’attrice per una piacevole chiacchierata.
Vacanze Romane è tornato sulla scena a distanza di anni con una grande new entry: Fioretta Mari. Com’è nata l’idea di partecipare al musical?
Il giorno prima che io partissi per New York ho ricevuto la telefonata di Serena (Autieri, ndr), mia ex allieva, un’attrice verso la quale nutro un amore incredibile e che stimo molto per la sua bravura e la sua serietà. Ho lasciato un film da protagonista e ho rimandato il ritorno allo Strasberg Institute. Un grande dolore da parte di tutti, ma non potevo rinunciarci. La storia di Vacanze Romane è bellissima e poi tempo fa feci una promessa al grande Nino Manfredi che auspicava il mio ritorno al Sistina. Ecco, sono tornata su questo palcoscenico per affetto!
Cosa ha dato Fioretta Mari al personaggio della contessa?
In molti hanno affermato che nelle versioni precedenti questo personaggio era stato messo un po’ in secondo piano, non era uscito in maniera prorompente. Dal canto mio ho messo la mia firma, senza esagerare. Ho lavorato con Albertazzi, Lionello, Gullotta, Pino Caruso e tutti mi hanno sempre riservato una grandissima fiducia, consapevoli che do il massimo ma senza andare mai sopra le righe. Ho sempre cercato di portare il mio bagaglio culturale in ogni cosa che ho fatto, dunque anche in Vacanze Romane. Sono molto contenta della sua riuscita e il tutto esaurito nella doppia programmazione di domenica ha confermato tutto ciò. Non è facile tenere un doppio spettacolo senza playback! Ci sono voci meravigliose, splendide coreografie di Bill Goodson, costumi fantastici di Silvia Frattolillo e poi la scenografia imponente di Gianni Quaranta. Bravissimi i tecnici, Luigi Russo un regista davvero in gamba. Merita tutto il successo che sta ottenendo.
Serena Autieri già la conosceva, com’è stato invece recitare accanto a Paolo Conticini?
Paolo è una persona straordinaria, umanamente eccezionale. Così come lo sono Ambra Angiolini, Stefano Fresi e Luca Argentero, con i quali sto girando un film che uscirà in primavera.
Docente apprezzatissima anche all’estero, cosa insegna ai suoi allievi, oggi che il teatro, come tutta l’arte, sta attraversando un momento difficile?
Cerco sempre di tirare fuori la parte migliore delle persone e a essere felici attraverso le regole del teatro. Non focalizzarsi solo sul mestiere dell’attore, ma acquisire le sue regole per stare bene e vivere felici. Di essere ironici e pazienti, perché se davvero vali, la strada riuscirai a trovarla. Il talento è come l’acqua… non passa mai.