Cristian Faro: “La musica è una cura efficace sia per il corpo che per l’anima”

È uno dei giovani cantanti più promettenti del nostro panorama musicale. Ha talento da vendere Cristian Faro e la determinazione giusta per ottenere traguardi sempre più ambiziosi e prestigiosi. Il talentuoso cantante napoletano, che continua a ricevere numerosi complimenti anche per il suo bell’aspetto fisico si racconta a tutto tondo, tra passato, presente e futuro, a GenteVip.

Cristian Faro, il cantante si racconta a Gentevip
Cristian Faro, il cantante si racconta a Gentevip

A quali progetti ti stai dedicando in questo periodo?

Attualmente mi sto concentrando anima e corpo nella preparazione della tesi per la mia laurea in jazz su cui punto molto, in quanto potrebbe darmi delle buone possibilità lavorative non solo nel campo canoro e poi il viaggio nel jazz è un qualcosa di strepitoso: chiudi gli occhi ascoltando un sassofonista, un chitarrista, un pianista o un cantante jazz e tutto ti sembra diverso, migliore. Questa musica trasmette una carica positiva che, a mio avviso, colora l’anima. Spesso mi domandano quali sono i progetti ai quali mi sto dedicando ed io spesso rispondo che il progetto più grande è quello di migliorarsi giorno dopo giorno. Sicuramente è un momento nazionale molto difficile poichè, vengono a mancare spesso, nella società odierna, i beni primari ma non bisogna mai mollare, bisogna sempre camminare ed andare avanti, cercare dentro di sè la soluzione per essere sereni e felici. La musica per me è sempre stata la cura per la mente ed il corpo. L’arte, in generale, porta il cuore ad affrontare viaggi ed emozioni nuove ed entusiasmanti.

Sei un interprete e cantautore molto stimato anche per le canzoni che scrivi, che spesso nella loro semplicità risultano efficaci e veritiere con testi profondi e romantici. Come ti sei avvicinato poi anche al jazz?

Il jazz è una musica che rende completi, come dicevo prima è una vera cura per l’anima poichè i mille colori che le note trasmettono abbelliscono i nostri sentimenti e la nostra forza interiore. Mi sono avvicinato al jazz frequentando dei club musicali e ascoltavo live una musica strepitosa e da lì ne son rimasto folgorato. Cantare jazz è un qualcosa di affascinante in quanto il Performer non solo ha la possibilità di interpretare il brano con il testo come siamo abituati ad ascoltare nella musica pop ma dopo la forma canzone nel jazz puoi improvvisare e provare a fare, con umiltà e studio, ciò che uno strumentista realizza. Sicuramente nel canto non hai le notte sotto mano come un sassofonista o un qualsiasi strumentista ma se si studia e si sviluppa una buona conoscenza e un buon intuito pian piano si realizzano con la voce delle cose molto interessanti. Ho avuto la fortuna di entrare nel Conservatorio di Napoli San Pietro A Majella e di conoscere musicisti straodinari come il mio maestro Pietro Condorelli grande chitarrista jazz ed insegnante (che nel 2011 si aggiudica la prima posizione – per la categoria “chitarra jazz” – del Jazzit Award 2011, il concorso indetto ogni anno dalla rivista musicale Jazzit,n.d.r.) e con il quale si è instaurato un rapporto di stima e cuore. Il mio maestro è stato ed è fondamentale per la mia crescita professionale ed artistica. Io dico sempre una cosa: bisogna incontrare grandi persone ed uomini per diventare grandi. Non basta solo il talento ma bisogna coltivare tante altre cose, in primis lo studio ma anche l’anima, il feeling, il cuore, la passione. In tutte le cose ci vuole entusiasmo, passione, dedizione e sacrificio.

Quattro anni fa ti sei spesso esibito a Domenica In, partecipando a una sorta di reality canoro con sfide musicali che poi hai vinto e ti sei classificato sul podio. Che effetto ti ha fatto esibirti dinnanzi a Pippo Baudo?

Cantare a Domenica In è stata un’esperienza favolosa. Baudo è una persona molto gentile e disponibile e mi ha dato numerosi consigli su come interpretare i brani. Ricordo ancora quando mi spiegava che l’emozione deve partire dagli occhi, viaggiare nell’anima e poi arrivare alla pelle e al cuore del pubblico. Sarò sempre grato al maestro Pippo Caruso e allo stesso Baudo per aver realizzato un mio piccolo sogno: quello di esibirmi in tv e poi questa occasione mi ha fatto crescere e conoscere a molte persone e quindi poi ho avuto possibilità di fare delle serate e delle esperienze molto belle come il TNT festival promosso dall’ex Ministro Giorgia Meloni dove si selezionavano 200 talenti Italiani nelle più svariate discipline. Questo festival, poi, mi ha portato a salire su un palco importantissimo come quello di MTV dove mi sono esibito pianoforte e voce con numerosi miei brani.

Com’ è nata la tua passione per la musica?

Il vero incontro con la musica si concretizza quando mio padre, anche lui un grande appasionato di musica, mi regala una piccola tastiera e inizio a prendere sempre più confidenza con i meravigliosi tasti bianco-neri studiando accordi e melodie varie .Avverto sempre più la grande magia che la musica riesce a trasmettermi e inizio seriamente e con impegno ad affrontare lo studio del pianoforte classico e moderno. Forse però i tasti bianco-neri da soli non bastavano poichè l’emozione del canto prese e tutt’oggi prende un grande sopravvento nella mia vita.

Oltre a ricevere apprezzamenti per il tuo talento, ne raccogli parecchi anche per il tuo aspetto fisico. Come vivi questa cosa?

Sicuramente oggi è importante avere un’estetica piacevole, pulita e curata ma non è la prima cosa. L’aspetto fisico è solo un biglietto da visita che ci ha donato generosamente madre natura ma poi bisogna dimostrare ancor più le qualità che ci siamo costruiti noi con sacrificio e spirito di abnegazione.

Che cosa consiglieresti a un giovane che volesse intraprendere la tua stessa professione?

Prima di tutto consiglio di non vedere la musica solo come sete di successo e di popolarità ma cogliere i suoi lati più intimi eromantici. La musica bisogna farla con grande voglia,con grande entusiasmo e non è importante dinnanzi a quante persone canti. Ne possono essere 2 o milioni ma l’intensità e l’entusiasmo devono essere gli stessi poichè solo chi realizza le cose con determinazione,sacrificio e coraggio può poi provare ad arrivare in alto.Ad un giovane consiglio sempre di studiare,di affidarsi a persone che credono in lui veramente senza chiedergli nulla in cambio ma sostenendolo nel percorso in maniera serena e pulita. Oggi sono poche le persone che ci danno una mano ma se si ha la fortuna di trovarle bisogna tenersele ben strette. Per mano non intendo solo in campo lavorativo ma soprattutto in campo morale, umano ed emotivo.

C’è un collega con cui sogni di duettare?

Direi tantissimi nomi ma recentemente ho ascoltato un video di due grandi cantanti: Tony Bennet e Stewie Wonder. Il mio sogno sarebbe quello di duettare con uno di loro o meglio ancora con tutti e due (ride,n.d.r.). A parte tutto ritengo che creare un’alchimia e una magia con un collega rappresenti un qualcosa di incantevole e speciale. Sono anche tanti gli artisti Italiani con i quali mi piacerebbe duettare, visto che anche l’Italia ha dei grandi talenti peccato però che spesso quando si arriva in alto e si ha successo ci si dimentica degli altri ai quali viene negata anche una piccola opportunità di farsi spazio in un mondo così difficile. Bisogna sempre ricordarsi da dove si è partiti ed essere generosi con gli altri perché quello che poi resta in questa vita non è il grande impero economico e di fama ma la ricchezza che si ha dentro e i bei rapporti umani costruiti.

Qual è il tuo sogno nel cassetto sul fronte professionale?

Quello di continuare sempre a fare musica ed avere sempre nuove opportunità per continuare a divulgare il mio canto e i miei messaggi per gli altri, emozionarmi sempre e provare poi ad emozionare.

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