Uno studio improntato sulla musica quello di Aleandro Mariani il cui obiettivo è far conoscere e apprezzare il genere lirico soprattutto in Italia. Il giovane Tenore abbruzzese ha frequentato il 5° anno di Canto Lirico presso il Conservatorio di Musica “Santa Cecilia” di Roma e nel 2012 è stato ammesso a pieni voti nella prestigiosa Accademia di Santa Cecilia dove ha potuto approfondire gli studi e frequentare il corso di Alto Perfezionamento sotto la guida di un abile maestro: Renato Scotto. Gli anni dedicati alla passione musicale hanno fatto sì che il Tenore, a soli 24 anni, riscuotesse già un enorme successo e fama internazionale. Aleandro Mariani si racconta nell’intervista esclusiva a Gente Vip.
Conservatorio, Accademia di Santa Cecilia e tanta passione. Quali sono stati gli ostacoli maggiori riscontrati durante il percorso di formazione?
Ho scoperto la musica classica all’età di 19 anni dopo una carriera agonistica passata sugli sci. L’ostacolo più grande, dunque, è stato quello di inserirmi in un mondo completamente diverso all’interno del quale, però, sono riuscito a conoscere la storia del mio Paese. Per quanto riguarda il mio percorso formativo muta di giorno in giorno e cambia in base alle esperienze che ho vissuto, e che vivrò, in giro per il mondo come tenore.
In Italia abbiamo avuto numerose pietre miliari della musica classica, c’è qualcuno in particolare che ha ispirato la tua formazione?
Luciano Pavarotti è stato il simbolo della musica classica in Italia e nel mondo. E’ grazie a lui che ho scoperto la musica classica. Il maestro quel giorno inaugurò le olimpiadi invernali di Torino, nel 2006, trasmesse dalla Rai cantando ‘Nessun D’Orma di Giacomo Puccini’. Il momento in cui ho capito di dover compiere un passo decisivo, invece, è stato di ritorno dalle Alpi quando, dopo essere stato scartato dalla nazionale di sci, in Autogrill ho avuto l’istinto di comprare un CD di Beniamino Gigli. Appena rientrato a casa ho parlato con la mia famiglia in merito alla scelta che avevo preso; dopo quel giorno, ho iniziato a studiare musica.
La vittoria de “Il Volo” a Sanremo credi sia un segnale di chiaro riavvicinamento alla musica classica?
Posso solo dire che sono contento per il successo dei giovani, in generale.
In Italia si è poco apprezzati. Qual è la Nazione nella quale vi è un chiaro interesse per la lirica?
Non è vero che in Italia si è poco apprezzati. Nel nostro Paese siamo apprezzati molto, ma da pochi. Altre Nazioni, come la Cina e l’Austria, insegnano l’opera anche a scuola. Il mio obiettivo, e quello di tanti altri è far conoscere l’opera a più gente possibile.
Credi che i giovani si siano gradualmente allontanati dalla musica lirica perché richiede un maggior numero di sforzi e sacrifici?
I giovani, in Italia, non si sono mai avvicinati alla musica classica. Non è una questione di sforzi e sacrifici, ma di accessibilità.
Hai dimostrato di saper affrontare i brani dei repertori più svariati. Quanto ha influito sulla tua formazione la rivalità coi colleghi?
Userei il termine competizione, non rivalità. La competizione fa parte della natura dell’uomo e aiuta a migliorarsi costantemente.
In quali progetti futuri ti vedremo coinvolto?
Sono di ritorno dalla Cina, ho cantato in Libano per conto dell’ONU. Ora ho deciso di concentrare le mie energie sullo studio. Il mio futuro lo vedo in giro per il mondo cantando per il mio Paese.