Laura Adriani a Gente Vip: “Il mio prossimo obiettivo è doppiare un cartone o un film in cui si canti”

Laura Adriani nasce da una famiglia di artisti e ben presto si avvicina alla musica. Proprio all’età di 7 anni debutta con l’opera lirica “Hansel e Gretel”, poi prende parte a “Ti lascio una canzone“. Successivamente intraprende anche la carriera da attrice e la giovanissima, classe 1994, entra nel cast de “I Cesaroni” nel ruolo di Miriam e nel 2015 interpreta Natalie nel musical “Next to Normal”. Laura Adriani nell’intervista esclusiva a Gente Vip.

Laura Adriani si racconta nell'intervista esclusiva a Gente Vip
Laura Adriani

A 7 anni hai debuttato nell’opera lirica “Hansel e Gretel”, a 14 hai partecipato a “Ti lascio una canzone” e la musica scorre nel sangue di tuo padre e tuo fratello. Avresti preferito proseguire la carriera musicale?

Nonostante il mio lavoro, la carriera musicale è qualcosa che cerco comunque di proseguire. Infatti ho debuttato quest’anno con il musical “Next to normal”, con la regia di Marco Iacomelli e prodotto da STM in collaborazione con Compagnia della Rancia, e che riprenderemo nella prossima stagione. Il mio prossimo obiettivo è doppiare un cartone o film in cui si canti, un po’ stile “Frozen”. In ogni caso non mi pento assolutamente delle scelte che ho fatto. Mi piace cantare, ma recitare è, per me, qualcosa di indescrivibilmente bello. Fondere le due arti diventa, infatti, meraviglioso.

Hai dichiarato di avere un quaderno con tutti i titoli delle pellicole consigliate. Quali tra i film visti finora ti ha segnata maggiormente e perché?

Laura Adriani intervista
Laura Adriani intervista

“Into the wild” è uno degli ultimi film che mi è stato consigliato e che non avevo visto. Mi ha davvero emozionata tanto e ha smosso in me il desiderio di scrivere delle riflessioni sul tema “figli­genitori”. Infatti ora, tra un giorno di riprese e l’altro, succede spesso che mi metto al computer a scrivere fino a tarda notte. Fin da bambina, infatti, ho anche quest’altra passione, che quando seguo mi fa sentire molto libera.

Hai alle spalle una gavetta non indifferente per la tua età (Don Matteo 6, Un caso di Coscienza, Provaci ancora Prof, Solo per amore, Squadra mobile e molto altro) e oltre alla bravura conta anche il fattore estetico. Quanto influisce la cura di sé stessi nella tua vita?

In realtà ci sono periodi in cui mi curo tantissimo, perché ho la necessità di vedermi bella o di prendermi cura di me stessa; altri invece in cui mi lascio totalmente andare e mia madre e le mie amiche più volte mi riprendono, esortandomi a sistemarmi un po’. Quindi, in realtà, a volte trovo molto bello e rilassante prendermi cura di me, altre volte non mi interessa minimamente e quindi non lo faccio.

Hai ripreso anche l’università, facoltà di Psicologia, come procede il percorso? E’ conciliabile con gli altri impegni?

La scelta di proseguire i miei studi viene solo ed esclusivamente da me. Non ho mai pensato alla mia vita senza una laurea. E’ uno degli obiettivi che mi sono posta fin da bambina e quindi ho deciso di raggiungerlo. Quando, poi, ho cominciato a studiare psicologia mi sono resa conto che, a parte il pezzo di carta, perseveravo nella mia scelta perché mi arricchiva interiormente. Ogni volta che devo affrontare un nuovo esame sono curiosa di ciò che imparerò, questo mi aiuta a gioire quando studio. Quando posso dedico all’università tempo, quando non posso non lo faccio. Fortunatamente non ho niente e nessuno che mi corra dietro.

A 20 anni puoi ben dichiarare di aver conquistato molto ma c’è un sogno nel cassetto che vorresti a tutti i costi realizzare?

Ora come ora no. Sono contenta di dove mi trovo e di chi sono, ringrazio tutti i giorni la vita per questo. Se poi dobbiamo guardare molto più avanti ci sono un sacco di cose che vorrei fare: dall’imparare a fare il pane in casa fino all’avere dei figli e poi dei nipoti, ma mi sembra eccessivamente presto per pensarci.

In “Tutta colpa di Freud” di Paolo Genovese, hai recitato nel ruolo di Emma, una liceale innamorata di Alessandro Gassmann. Come è stata l’esperienza?

“Tutta colpa di Freud” è stata un’esperienza fondamentale, sia per la mia carriera, sia per me stessa. Ha rappresentato il passaggio dall’adolescenza al mondo dei grandi, e per la mia carriera dalla televisione al mondo del cinema. La ricordo come un’esperienza difficile, ma bellissima. In più ho, appunto, avuto la fortuna di lavorare con Alessandro, che è veramente una bellissima persona, come tante altre sul set. Avevamo una bella sintonia e lui cercava sempre di mettermi a mio agio e di prendersi cura della più piccola del cast.

L’abbiamo vista al Social World Film Festival di Vico Equense, circondata dai colleghi e in totale armonia. Sul set  vige la rivalità?

Assolutamente no, almeno per me. Sul set, poi, più che mai. Non credo si possa fare un buon lavoro se ci si sente di essere rivali tra colleghi. Una scena, e quindi un film, è un lavoro di gruppo. Il gruppo fa forza, non il singolo attore. Non vorrei essere una brava attrice che fa film brutti; ma una brava attrice che, insieme ad altri bravi attori, realizzano film di qualità.

Parliamo del sentimento dell’amore. A gennaio hai dichiarato di vivere una favola col collega Michele Cesari, che rapporto hai con l’amore in questo momento?

Vorrei evitare di rispondere a questa domanda. Preferisco che la mia vita privata rimanesse tale, nel rispetto dell’altro e di me stessa. Scusate.

 In quali progetti futuri ti vedremo coinvolta?

In questo momento mi trovo a Gaeta per la riprese di “Questi giorni”, film di Giuseppe Piccioni, con Marta Gastini, Maria Roveran, Caterina le Caselle, Filippo Timi, Margherita Buy, Sergio Rubini e tanti altri. Successivamente sarò impegnata in due progetti televisivi, ma non si può ancora dare la notizia, quindi saranno svelati prossimamente.

Credito foto: Francesco Marino

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