Andrea Cofano: “la fotografia di matrimonio non è un’arte che si improvvisa”

Il fotografo romano Andrea Cofano, specializzato nei matrimoni, ama definirsi un “Wedding Photojornalist”. Ispirandosi alla corrente del “Neorealismo” e al genere “caper movie” consiglia di riscoprire i lavori dell’artista Vivian Maier. Nell’intervista esclusiva a GenteVip ci fornisce la sua personale considerazione di quello che per lui rappresenta il magico mondo della fotografia svelandoci le tecniche più in voga per questo 2015. Conosciamolo meglio.

Andrea Cofano intervista esclusiva a GenteVip
Andrea Cofano intervista esclusiva a GenteVip

 Il Wedding Photojornalist Andrea Cofano racconta a GenteVip il magico mondo della fotografia

Chi è Andrea Cofano?
Sono un fotografo specializzato nei matrimoni: molti direbbero che sono un “matrimonialista”, termine che a me non piace, perchè mi sembra che sminuisca questo meraviglioso lavoro. C’è un termine, al contrario, che preferisco: è “wedding photojornalist”. Questo termine racchiude uno stile a me caro, quello del fotografo che segue la storia, che documenta, che ferma l’istante… un’ attenta osservazione di tutto parte da noi. Credo che questa sia la parte più difficile del weddingphotographer.

Come nasce la tua passione per la Fotografia?
Sono nato a Roma e da quello che ricordo sono sempre stato attratto dall’arte in genere. Le mie prime passioni sono state la pittura e la poesia, che a tutt’oggi ancora coltivo in maniera intima e discreta. Ricordo mia madre (anche lei scriveva) seduta sulla punta del letto, che scriveva le sue composizioni; ricordo quell’immagine come una fotografia… sistemava il suo quaderno dentro un cassetto ed io di nascosto sbirciavo i suoi versi… ricordi d’infanzia. Mentre per la fotografia debbo ringraziare mio nonno ed un mio zio: il primo aveva la passione delle foto ma anche del cinema; di Domenica ci faceva vedere i suoi filmati con il proiettore e ricordo le bobine, il rumore della proiezione e quell’odore di pellicola riscaldata dalla lampada. Mio zio era forte davvero, lui scattava con la hasselblad e faceva cose straordinarie in giro per il mondo, dei veri e propri documentari. Poi mi fu regalata una reflex a pellicola e da lì ho cominciato a studiare di fotografia. Ho cominciato a stampare il bianco e nero nel bagno di casa (cosa non semplice se si considera un bagno solo!). Si, credo che la curiosità e la voglia di raccontare mi abbiano fatto innamorare della fotografia come forma d’espressione.

Andrea Cofano: “La fotografia è voglia di raccontare, attenzione ai dettagli e… silenzio”

Per Andrea Cofano la Fotografia è sinonimo di…
Non c’è un sinonimo, ma forse più di uno: la fotografia è raccontare raccontandosi, la fotografia è attenzione al dettaglio, la fotografia è silenzio, la fotografia è esserci.

Quali sono le qualità che deve possedere un buon fotografo?
Le qualità? Bella domanda! Io credo che la fotografia, almeno quella che intendo io, è solamente legata ad un’emozione che nascondiamo dentro. Si può raccontare in tanti modi, anche un telefonino racconta, anche un selfie racconta, ma forse la cosa più difficile è documentare senza essere banali. In un matrimonio i tempi sono sempre gli stessi: la preparazione, la chiesa, la passeggiata, la location, per cui possiamo dire che è un film che si ripete. La differenza è entrare nel tempo e nella vita delle coppie, ascoltare quello che accade, leggere le espressioni di chi è protagonista dell’evento. Si possono scoprire differenze in ogni matrimonio, basta essere dei bravi osservatori, e non bisogna mai dare per scontato quello che si fotografa. Un altro aspetto che non bisogna mai sottovalutare è la superficialità che spesso è in agguato: mai sentirsi arrivati, mai sottovalutare un matrimonio; ogni momento è e sarà unico.

Ci sono degli scatti effettuati nel corso della tua brillante carriera ai quali ti senti particolarmente affezionato?
Mah, non vorrei esser banale ma ad ogni lavoro sono legato. Poi ci sono dei matrimoni in cui il feeling con le coppie è più forte. Mi è capitato di far lavori per coppie straniere dove il giorno stesso dell’evento si è creato qualcosa di magico ed irripetibile. Il segreto è la fiducia reciproca; io ho bisogno di non essere imbavagliato, non mi piace quando mi dicono fai questo o quest’altro. Io ho il mio stile e se vengo scelto è per questo. Ultimamente sono stato contattato da Erno Rossi, wedding planner e amico, per il matrimonio di Micol Olivieri (che ringrazio): è stata un‘esperienza fantastica! Micol non ha messo veti sul mio lavoro, io ho raccontato con il mio stile e la mia linea editoriale, e il risultato è stato un crescendo di emozioni, fino alla consegna. Che dire, fantastico!

Quali sono a tuo avviso i grandi maestri che hanno fatto la storia della fotografia?
Quando voglio ricaricarmi vado sul sito della “Magnum” e li mi affogo di immagini e maestri. Ultimamente ho scoperto Vivian Maier. Se non sbaglio in tutta la sua vita non fu mai considerata, poi dopo la sua morte per caso furono scoperti dei suoi negativi, furono stampati e da li il resto è storia. Consiglio di vedere i suoi lavori: sono qualcosa di unico!

Nella letteratura i poeti si ispirano a varie correnti letterarie per poter comporre le proprie opere: stesso discorso vale anche per il campo della fotografia?
Credo di sì: io, dal mio canto, mi sono ispirato al cinema del “neorealismo” e al genere “caper movie”, mi è sempre piaciuto, è stata un’attrazione fatale, ancora oggi mi domando il perché ma credo che sia come il colpo di fulmine, quando prende prende! A parte gli scherzi.. forse, come detto prima, tutto è legato all’ambiente familiare: mio nonno era romano di testaccio e spesso in certi film, se vogliamo anche la commedia, tutto ruotava sulla realtà del quartiere, sulle storie di piazza. Vogliamo parlare della romanità de “I soliti ignoti”? Fino ad arrivare agli affreschi tristi ma veri di “Roma città aperta.” Il legame, la contaminazione c’è e credo sia inevitabile.

La scelta di un fotografo professionale per il proprio matrimonio è sempre sinonimo di garanzia, qualità ed esperienza: perché i Futuri Sposi dovrebbero scegliere proprio Andrea Cofano per suggellare le proprie nozze?
La scelta di un fotografo non è cosa semplice, è un po’ come entrare in una giungla, bisogna essere ben attrezzati, e in questo caso bisogna capire cosa si vuole e avere le idee chiare. Io faccio parte di alcune associazioni che tutelano sia i fotografi che i potenziali clienti (TAUVISUAL, WPJA E FEARLESS). Queste associazioni hanno la funzione di scremare l’offerta, perché entra a farne parte il professionista che è in regola con determinate clausole. Consiglio vivamente alle persone che vogliono scegliere un fotografo di affidarsi a persone serie, considerando che alla fine quello che rimane di un matrimonio sono solo le FOTO. Perché mi dovrebbero scegliere? Perché sono serio, affidabile, sensibile e poi sono bravo.

Quali sono le tecniche più in voga per questo 2015?
Sicuramente c’è un ritorno al passato, anche se siamo tutti digitalizzati e le immagini scattate possono assumere con la post-produzione effetti “vintage” molto interessanti. Anche l’album e la sua grafica io la preferisco semplice, dando risalto alla fotografia più che alle cornicette o cuoricini sparsi sulla foto. Poi c’è la moda del Photo Booth, simpaticissimo modo di intendere le foto di parenti ed amici.

Quali consigli potresti dare ai giovani che vorrebbero avvicinarsi al mondo della fotografia?
Difficile… sicuramente essere determinati, molta umiltà, non sentirsi arrivati, studiare e conoscere più cose, anche diverse dalla fotografia. La fotografia è l’insieme delle conoscenze ed è lo specchio di come siamo.

Progetti futuri?
Alla luce di questo sto organizzando con altri due fotografi un workshop per aspiranti wedding photographer, dove verranno mostrati segreti e tecniche di ripresa. Ovviamente a breve comincerò la mia stagione fotografando storie e persone. Per finire credo che la fotografia di matrimonio non sia un’arte che si improvvisa: ci vuole molto amore e bisogna armarsi di tanta pazienza e aspettare il momento giusto.

Intervista a cura di Adam Rizzi

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