Euridice Axen: “Con l’amore ho un rapporto molto puro da Alice nel Paese delle Meraviglie”

Giovane attrice italiana dal fascino delicato e misterioso, un volto angelico che nasconde la grinta e la tenacia con le quali Euridice Axen affronta il lavoro quotidiano in Tv. Figlia dell’attrice svedese Eva Axèn e del regista e doppiatore italiano Adalberto Maria Merli debutta nel 2003 nel ruolo di Fedra ne Il Minotauro di Bianconi. Ha recitato in serie Tv come Ris Roma – Delitti imperfetti”, CentoVetrine, Carabinieri e la fiction Le tre rose di Eva; proprio in quest’ultima Euridice veste i panni di Veronica Torre. La serie tv continua a lasciare col fiato sospeso gli spettatori, i nuovi episodi sono attualmente in onda su Canale 5, ogni venerdì in prima serata, con la terza stagione. Euridice Axen in esclusiva su GenteVip.it

Le tre rose di Eva 3: Euridice Axen è Veronica Torre
Euridice Axen è Veronica Torre nella fiction Le tre rose di Eva 3

Euridice Axen Le tre rose di Eva 3: “sul set c’è un clima molto divertente e non si ha neanche il tempo di odiare le persone perchè…”

Madre attrice e padre regista e doppiatore. Quella di diventare attrice è stata una scelta sentita o pilotata dal caso?
Credo sia stata una scelta molto sentita e soprattutto ostacolata, perchè i miei non mi hanno assolutamente nè aiutata nè approvata all’inizio nella mia scelta, quindi non penso che nasca da un contesto familiare in maniera indotta.

Hai alle spalle un vissuto difficile per quanto riguarda la figura paterna, come hai affrontato la situazione?
Devo dire che in molti ci hanno ricamato su questa storia perchè hanno costruito una sofferenza che in realtà non c’è stata. Ho avuto la fortuna poi di avere due figure paterne, una biologica e una effettiva e quando poi si sono conciliati i rapporti con entrambi mi sono ritrovata con due padri invece che uno e non è così terribile come la descrivono, magari qualche anno fa poteva suscitare scalpore ma adesso le famiglie non hanno più una rigidità formale.

Hai all’attivo un curriculum piuttosto vario, quale arte credi che sia propriamente adatta alla figura di Euridice Axen?
Il mio difetto più grande è che mi annoio facilmente e quindi cambiare e provarle tutte a rotazione è il modo per tenermi in attivo.

Un amore irrefrenabile per la Roma, squadra per la quale ti sei detta disposta a tutto. Come nasce questa passione?
La passione nasce in maniera un po’ altalenante, i miei sono tutti tifosi e tutti romanisti. Poi c’è stato un periodo in cui mi sono totalmente disinteressata al calcio perchè avevo altri hobby fin quando, da diversi anni, mi sono riavvicinata in maniera molto forte seguendo le partite, andando allo stadio e quindi quando gli amori poi li coltivi si rafforzano, per cui è ritornata una passione molto forte.

Nella fiction “Le tre rose di Eva” conosciamo una spietata Veronica, quali punti in comune hai con il personaggio?
Beh, in comune è difficile poichè è un personaggio forte però Veronica presenta due aspetti umani che mi accomunano a lei: uno è la forte empatia, che il personaggio sfrutta in maniera negativa manipolando le persone, io non lo faccio nella vita ma questa perspicacia nel capire il carattere degli altri la ho e l’altro è che è una persona in definitiva molto fragile, Veronica soffre per amore e in preda alle passioni si presenta come un personaggio melò ed ha delle reazioni killer che io ovviamente non ho ma la fragilità che ha Veronica la sento molto.

Veronica e l’amore hanno un rapporto ostico e egoista. Tu invece, che rapporto ha con questo sentimento?
Con l’amore ho un rapporto molto puro, molto da “Alice nel Paese delle Meraviglie” nel senso che io credo nell’amore totale e totalizzante e non riesco a vivere piccoli amori, oppure a dire “Metto su famiglia anche se non sono follemente innamorato di una persona”: Per me l’amore è tra le cose che rispetto più al mondo quindi non riesco neanche a mentire a me stessa, quando c’è il grande amore è bellissimo altrimenti niente.

La serie ti ha regalato l’amicizia di Giorgia Wurth, nonostante nella finzione tu abbia l’inimicizia dei più, com’è stato il rapporto con i colleghi sul set?
Il rapporto con i colleghi è molto carino, è uscita poco fa un’intervista nella quale dicevo che c’era rivalità sul set ma non intendevo su quello de “Le tre rose di Eva”, bensì in generale, perchè può esserci rivalità tra gli attori, ma ciò è normale, è così in tutti gli ambienti. Nel nostro mestiere è più semplice che ci sia perchè è un lavoro precario e perchè si è sempre in competizione, su questo set però c’è un clima molto divertente e non si ha neanche il tempo di odiare le persone in quanto poi cambiano spesso e arrivano nuovi personaggi. Di solito le grandi competizioni avvengono quando si è in pochi, quando si è in tanti è una situazione piacevole.

Nella terza puntata della fiction Le Tre rose di Eva 3, andata in onda mercoledì 1 aprile, abbiamo visto una Marina Pennafina (Madre Badessa) scaraventata giù per le scale. Che rapporto hai con la collega e quanto sono impegnative determinate scene?
Con Marina siamo molto amiche, è una brava attrice ed è una persona molto carina. Scaraventarla per le scale non è stato facile, è stato però anche molto divertente (ride, ndr). Girare determinate scene non è difficile e noi attori è quello che vogliamo, cioè metterci alla prova, altrimenti non ha senso. Più le scene sono dure e più è divertente, perchè sicuramente nella vita non ti è mai capitato di farle e quindi affronti qualcosa di nuovo.

Oltre alla serie, quali sono i progetti futuri di Euridice Axen?
Ora sono in teatro a Roma fino al 19 aprile con “Zio Pino” una commedia sulla crisi in chiave ironica, oltre me ci sono Simone Montedoro e Stefano Fresi e sono contenta di essere ritornata in teatro con Simone col quale l’anno scorso ho fatto un altro spettacolo dal titolo “Se tornassi indietro” in cui eravamo marito e moglie, quest’anno invece siamo fratelli e viviamo sulla pensione di un vecchio zio che una volta morto viene messo in congelatore per continuare a prendere i soldi della pensione, purtroppo fatti di cronaca realmente accaduti su cui abbiamo costruito una commedia.

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