Lea Veggetti intervista: “Il Grande Fratello? “Taglia e cuci” delle edizioni precedenti!”

E’ una donna schietta e sincera la carismatica Lea Veggetti. Personaggio molto amato dal grande pubblico nonostante non abbia mai partecipato in prima persona a un reality, è comunque strettamente legata a uno di essi: il Grande Fratello.
Ed è proprio da quest’ ultimo argomento che parte la nostra solare chiacchierata…


Lea, ben trovata su Gentevip.it!  Non hai mai partecipato in prima persona a un reality eppure da molti anni il tuo nome è legato al ” Gf”… Che ne pensi delle ultime edizioni?

Pensa che non ho mai nemmeno sostenuto un provino in dodici anni di Grande Fratello. Forse sarò di parte, certe volte è impossibile non esserlo, ma l’ultima edizione che mi è piaciuta è la nove. Da li in poi mi sembra tutto molto ‘taglia e cuci’ dalle edizioni precedenti.

Sinceramente credi che – come hanno già detto molti ex gieffini – le storie della Casa siano pilotate?

Io credo che sia una cosa velata ma reale. Gli autori, in quanto tali, sono anche psicologi dell’ audience. È il loro lavoro, per quanto sporco qualcuno lo deve pur fare! (ride)

Tu da casa come spettatrice quali cambiamenti apporteresti al programma?

Io punterei su un lavoro diverso alla base. C’è una differenza enorme tra i concorrenti di una volta e quelli attuali. Non è vero che tutto cambia e di conseguenza anche i concorrenti. La prova di quello che dico è sotto agli occhi di tutti: Patrick che ha fatto la quarta edizione, quindi un vecchio concorrente, ha portato una ventata di novità. Credo serva ricercare personaggi con queste caratteristiche invece di usare un bacino di cinquanta persone e vedere se sono o meno in grado di catalizzare l’attenzione dello spettatore.

A proposito di programmi, quali altri ami particolarmente seguire?

Sai, alcuni programmi non li ami ma li segui per mancanza di alternative. Io amo guardare film ben fatti se posso scegliere.

E quelli che proprio non sopporti?

Non sopporto la tv del dolore, quella che parla per mesi di ovvietà perché consapevole che il telespettatore italiano ha la sindrome ‘del gatto nero schiacciato’ (per chi non la conosce consiste nel guardare, nonostante l’enorme schifo, un gatto schiacciato sull’asfalto, ndr). Più ci schifa più lo guardiamo!

Tu hai un’ ottima dialettica e una bella presenza. Non hai mai pensato di darti alla conduzione? ( così puoi dire già delle tue esperienza passate)

Solo parlarne mi mette l’ansia. Sono figlia della diretta, dell’immediatezza senza precedente preparazione. Io ho una buona dialettica se devo rispondere a una domanda e la risposta viene da ciò che mi frulla in testa in quel secondo. L’arte della conduzione la lascio ai professionisti, già decisamente pochi, che hanno studiato anni per fare questo lavoro. Sulla base di questo sono sicuramente più a mio agio come opinionista.

Non contenta ti sei pure dedicata alla letteratura pubblicando un libro autobiografico… Ne hai già altri pronti nel cassetto?

Sto preparando il secondo libro. Sarà un lavoro lento dal momento non ho mai tempo per dedicarmi alla sua stesura, ma sicuramente arriverà. Parlerà dell’ ennesima ‘fata ignorante’, figura in cui mi immedesimo spesso.

Ma che cosa intendi con fata ignorante?

Intendo la donna di oggi, sospesa tra il passato e il futuro. Tormentata come un poeta bodleriano dal dualismo del binomio dovere-volere.

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