Certo è che definire una donna incinta “obesa“, da qualsiasi angolazione si voglia interpretare la cosa, non è un gesto molto delicato. E’ quanto accaduto, però, a danno di Laura Chiatti, moglie di Marco Bocci, da parte di alcune riviste di gossip che hanno così etichettato la bella attrice. Ricordiamo che Laura, in realtà, è al sesto mese di gravidanza, con tutto ciò che giustamente ne consegue. Ad un primo momento di silenzio in merito è seguito poi un vero e proprio sfogo su Instagram, piuttosto comprensibile vista la poca accortezza e il poco riguardo dimostrati nei suoi confronti.

La Chiatti si è così scagliata contro i giornali scandalistici e i vari paparazzi:
“Vorrei invitare i signori paparazzi a imparare il proprio mestiere. Seppure le foto vengano rubate, occorre attenzione nel fotografare una donna, perché il contrario porta poi a indurre pseudo giornalisti a scrivere emerite ca**ate, denigrando l’immagine di un’attrice che in primo luogo è un essere umano! Il mio peso è ottimo, al sesto mese ho preso solo 5 Kg, non sono né trasformata, né tanto meno obesa… Anzi sottopeso! Un abbraccio e un caloroso consiglio soprattutto a giornaliste “donne”… Occupatevi di temi più importanti, vista la situazione del nostro Paese, invece di rompere il ca**o a persone che lottano per tutelare la propria privacy nella più totale tranquillità! Grazie”.
Non poco rancore e rabbia emergono da queste righe furiose per la mancanza di rispetto. A supportare la donna sono subito intervenute altre figure a noi note, come quella di Martina Colombari che ha così esordito:
“Lauretta dai! Si chiama semplicemente invidia. Secondo ste quattro poracce, anche se una avesse preso 100 kg cosa ci sarebbe di male? Secondo loro, un’attrice sta tutto il giorno a pensare alla forma fisica? Con un bimbo dentro la pancia, i pensieri grazie a Dio sono altri! Ma del resto cosa vogliamo pretendere dal ‘giornalismo’ italiano? Questi pensano che una donna gratificata in tutto, di bell’aspetto e pure con un marito figo, abbia solo un neurone in testa. Invece, purtroppo per loro, io ne ho più di uno”.
Risposta decisamente provocatoria e a tono, adeguata però alla situazione delicata.