La magia dei gatti dei Vip

Sin dal tempo dell’antico Egitto, il gatto è stato considerato un animale speciale, né domestico, né selvatico. Per questo è stato viziato e coccolato da personaggi storici a partire da Ramsete II e da tantissimi vip del momento, come Anna Falchi, Eva Longoria, Heather Parisi, Kim Kardashian, Paris Hilton, Katy Perry ne ha addirittura presentato un profumo. I gatti hanno frequentato palazzi, ville nobiliari e residence lussuosi, infischiandosene però dei loro prestigiosi padroni. L’importante era acchiappare qualche succulento topo e trovare la ciotolina del cibo sempre piena.

I gatti viziati e coccolati dai vip
I gatti viziati e coccolati dai vip

Purtroppo per i mici ci fu un periodo oscuro, il Medioevo durante il quale, soprattutto quelli dal pelo nero, venivano considerati personificazione del Diavolo e ferocemente perseguitati. Disgraziatamente essi non sapevano scavare catacombe altrimenti si sarebbero potuti salvare come i cristiani al tempo di Nerone. Unica eccezione a questa pessima superstizione fu San Francesco d’Assisi che, com’è noto, amava tutte le creature di Dio, umane e animali.
Lo scrittore Vittorio Messori esclamò al proposito: «Guardandoli, mi viene da pensare che, progettandoli, il Creatore si è in qualche modo superato!»

La magia dei gatti ha raggiunto vip di tutte le epoche che hanno avuto un particolare affetto per i mici, immedesimandosi spesso nel pensiero felino. Una famosa star, Natasha Stefanenko, dichiarò ai giornali: «Mi sento spesso una gatta. Una gatta pigra e sonnolenta, soprattutto quando al mattino non riesco a uscire dalle lenzuola. Allora penso che siamo tutti dei gatti mancati. Forse, per qualche peccato, restiamo degli esseri umani in attesa di tornare felini.»

Ai pittori piaceva ritrarre i gatti che giravano per la loro casa. Francisco Goya effigiò un fanciullino appartenente a una nobile famiglia madrilena del XVIII secolo che tiene a guinzaglio un gatto bicolore di razza scottish fold.
E ancora, Pierre Auguste Renoir nel 1868, dipinse un bellissimo micio in braccio a un ragazzino seminudo. Il quadro si trova a Parigi, al Museo D’Orsay. Gli esempi sarebbero moltissimi, basta aggirarsi per le pinacoteche delle maggiori capitali del mondo.

Per l’orgoglio dei loro padroni, i gatti furono esibiti nelle mostre feline. La prima esposizione fu organizzata a Londra il 13 luglio 1871 dal fondatore del mondo dei gatti con pedigree, Harrison Weir, presidente del National Cat Club. L’interesse per questa manifestazione fu così grande che fu ripetuta in tutto il mondo.

Per coloro che amano i felini consiglio un bellissimo libro da leggere: “I poteri magici del Gatto” di Fabio Nocentini, edizione De Vecchi. In questo saggio l’autore riporta la storia, leggende e tradizioni popolari che riguardano i gatti attraverso i secoli, con particolare riguardo ai loro poteri speciali come i messaggi telepatici tra persone e felini, la sensibilità meteorologica e la comunicazione con le piante. Nel libro sono riportate queste due interessanti notizie:

– I gatti come stelle del cinema sono una conquista dei tempi moderni. Il più famoso per quanto riguarda le arti magiche è il siamese Cagliostro che apparve insieme a Kim Novak nel film “Una strega in Paradiso” del 1958.

– A proposito di successo, la gatta più famosa d’America si chiamava Scarlett la quale, nel 1996, per ben cinque volte si buttò tra le fiamme di un magazzino di Brooklyn, a New York, per salvare i suoi cinque cuccioli rimasti intrappolati nell’edificio. Una volta in salvo, si accertò con il naso che fossero tutti e cinque sani. Il New York Times riferì l’episodio e nominò Scarlett “Gatta del secolo”.

Il libro più famoso sui gatti, che ha commosso tutto il mondo nel 2008, riferisce la storia di un micio, adottato a Spencer nell’Iowa, dagli impiegati di una biblioteca che per questo gli salvarono la vita. Il romanzo s’intitola: “Io e Dewey” di Vicki Myron e Bret Witter, Sperling e Kupfer Editori.

E, per finire, i gatti sanno comportarsi anche da… cani. Heather Parisi riportò questo fatto: «Avevo una gatta di nome Penelope che si comportava come un cane da guardia. Nessuno poteva avvicinarsi con cattive intenzioni senza subire il suo attacco feroce.»

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