Il 14 gennaio 2014 esce il libro autobiografico di Fabrizio Corona intitolato “Mea Culpa – Voglio che mio figlio sia orgoglioso di me” scritto dal carcere di Opera con l’aiuto del fratello Federico e pubblicato da Mondadori. L’ex re dei paparazzi ha indirizzato una serie di lettere ai familiari, agli amici, all’ex moglie Nina Moric e alla storica fidanzata, Belen Rodriguez che ha profondamente cambiato la sua vita. Un libro scritto non più con i toni spavaldi usati in passato. In una lettera destinata a se stesso infatti mette in evidenza i suoi buoni propositi a cambiare per cercare di costruire le ragioni per essere migliore. Queste sono le sue parole: “Usa questo tempo che hai a disposizione per cambiare, migliorare, per essere felice, per tornare finalmente a essere quello che sei veramente. Riprenditi te stesso!”

Nel libro Fabrizio Corona ripercorre la sua vita, a partire dalla scalata verso il successo, notorietà e ricchezza, fino al crollo, ai processi in tribunale e al carcere. Nella lunga lettera indirizzata a Belen, Corona ricorda alcuni momenti della loro storia d’amore, dal primo incontro in un locale di Riccione: «Tu eri appena arrivata in Italia ed eri fidanzata con un giovane pierre, io ero sposato da più di tre anni ed ero innamorato. Non avrei dovuto notarti e invece sono stato tutta la sera a guardarti», ricorda la nascita del loro amore «Era una storia improbabile, avevamo troppi problemi, io in particolare ne avevo tanti e grossi», le tante fughe «quante notti d’inverno ho dormito fuori dalla porta di quella casa di ringhiera al freddo, sotto la pioggia, sdraiato sul tappetino, con te che continuavi a guardare dallo spioncino per controllare che fossi ancora lì». Per poi arrivare all’epilogo della storia, con la perdita del figlio che Belen aspettava da lui, i vari tentativi di ricucire un rapporto che in realtà era già finito e la rassegnazione dopo l’incontro di Belen con Stefano De Martino: “Così, dopo la prima naturale reazione di rabbia, per la prima volta dopo tre anni e mezzo non ti ho più rincorso, perché sapevo che quella luce che dicevi di cercare nei miei occhi non sarebbe più tornata“.