Francesca Fialdini dall’11 maggio in seconda serata su Rai 3 con Fame D’Amore
Tutto pronto per la messa in onda del nuovo progetto di Rai 3 “Fame D’Amore”, la docu-serie di cui si è occupata Francesca Fialdini. La conduttrice toscana, famosa per essere la padrona di casa del programma della domenica pomeriggio “Da noi a ruota libera”. Su Rai 3 la conduttrice televisiva si occuperà di un programma che affronta gli argomenti come l’anoressia e la bulimia.
Il progetto nasce per mettere a nudo una che, per certi versi, è ancora considerata tabù, ovvero quella dei disturbi alimentari. Patologia che affligge per la maggior parte gli adolescenti, ma non risparmia gli adulti.
L’indagine di Fame D’Amore e il lavoro di Francesca Fialdini su Rai 3
Il programma prevede quattro episodi che andranno in onda in seconda serata su Rai 3. Lo stile sarà quello del docu-reality. Francesca Fialdini ha spiegato che, per realizzare il programma, si è recata presso delle comunità che ospitano adolescenti e adulti affetti da anoressia e bulimia, cercando di indagare, attraverso il dialogo, sulle problematiche che si nascondono dietro queste patologie.
Lo scopo di Fame D’Amore è quello di descrivere la realtà senza filtri. Come afferma Francesca: “Non abbiamo edulcorato nulla. I loro racconti sono intensi, forti. Questi ragazzi spiegano perché non mangiano o perché mangiano troppo, perché sono infelici“. Inoltre, ha scoperto che questa patologia non fa differenze tra ragazzi e ragazze, adolescenti e adulti.
Francesca Fialdini con Fame D’Amore e non Fame di Cibo
Come spiega il Dott. Recalcati, i disturbi alimentari sono spesso associati a disturbi comportamentali. L’atteggiamento di rifiuto, o di eccesso di cibo, sono fattori derivanti da un problema più profondo. Spesso, nel caso di queste patologie, il problema si riscontra in un eccesso o carenza di attenzioni all’interno della propria sfera affettiva.
A questo proposito, Francesca Fialdini spiega che lo scopo di Fame D’Amore è quello di far conoscere quali sono le problematiche di ogni singolo soggetto e dar voce a tutto quello che per loro rappresenta un disagio, sperando che le esperienze degli altri possano fare da monito al pubblico giovanile.