Si è spento a 81 anni il regista teatrale Luca Ronconi, sotto gli occhi interrogativi di tutti gli amanti del teatro e dell’arte. Uno dei più grandi maestri del teatro internazionale, regista e innovatore che ci ha lasciato opere meravigliose: come non ricordare tra le più rilevanti il suo Orlando Furioso, che vantava attori come Mariangela Melato e Michele Placido.
Luca Ronconi è morto: lutto nel mondo del teatro internazionale
Negli ultimi tempi di certo di grandi allestimenti ce ne erano stati di meno, ma il maestro era sempre in costante attività: laboratori e eventi per allevare i giovani attori non sono mai mancati nella sua carriera, e non è un caso che il direttore del Piccolo Teatro, Sergio Escobar, ricorda che Ronconi non voleva morire con progetti ancora in attesa di essere portati in vita: “Aveva in testa un sacco di progetti, pensava al nuovo spettacolo di maggio, Le donne gelose, agli altri lavori dei prossimi anni. Non voleva morire”. La morte però ha vinto, e l‘ha portato via a Milano nel pomeriggio del 21 Febbraio 2015.
Ronconi era solito andare in teatro anche dopo il debutto delle sue opere, e lo stava facendo in questi giorni, prima che una polmonite glielo impedisse. La notizia della morte è arrivata agli attori nel pomeriggio del 21 Febbraio, costretti a dover andare in scena anche con il cuore spezzato, ma come si dice “the show must go on”.
Il teatro per conoscere se stessi e gli altri: il ricordo di Luca Ronconi
Eppure il corpo di Ronconi era davvero forte: resistito a otto anni di dialisi, ad ogni acciacco di salute, il regista aveva sempre risposto con energia e vitalità. “Per fortuna il mio corpo è forte”, aveva detto prima del debutto del suo Lehman Trilogy, reduce da una brutta caduta che lo aveva costretto a riposarsi. La polmonite però il corpo dell’inarrestabile Luca non è riuscito a fronteggiarla.
Per Ronconi il teatro è sempre stato un universo attraverso cui confrontarsi con il mondo: vi ha donato un’amore e una dedizione che hanno partorito regie indimenticabili. La regia, lui non l’ha mai nascosto, è stato sempre la sua prima vocazione: “Ho imparato a conoscere il mondo attraverso il teatro. Da adolescente ero completamente chiuso su me stesso. Poi facendo il regista, non l’attore, ho imparato a conoscere gli altri e in me stesso“.