Vittorio Sgarbi: “Ci tocca anche Sgarbi”, trasmissione chiusa per insufficienza di ascolti

“A me non interessa dove mette il ca… Berlusconi, a me interessa dove metto il mio”. Parola di Vittorio Sgarbi, sindaco di Salemi (provincia di Trapani), critico d’arte di mestiere, opinionista per vocazione, pregiudicato (6 mesi e 10 giorni di reclusione) per truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato nonché, ci mancherebbe altro, direttore artistico della sezione arti visive del Festival dei Due Mondi e curatore delle mostre.




Come riporta Il Fatto Quotidiano alle pagine 2 e 3 di venerdì 20 maggio, l’illustre uomo di cultura, all’indomani del record ottenuto dalla sua trasmissione su Rai Uno “Ci tocca anche Sgarbi” (chiusa dopo una sola puntata per insufficienza di ascolti, e costata tra i 4 e i 5 milioni di euro agli italiani, ndr), ha dato mostra del suo miglior savoir-faire incontrando i giornalisti in conferenza stampa. “La Rai ha fatto bene a chiudermi. Poteva essere un matrimonio, è stato un funerale”. Poi lo show. Dapprima a proposito degli ascolti record di Saviano: “Io parlo di cultura, lui fa vedere solo l’Italia brutta”. Sgarbi ha proseguito con smorfie e insulti fino ad arrivare alla frase storica, parlando di Michele Santoro e del successo di Anno Zero: “E’ più facile fare ascolti con Ruby. Ma a me non interessa dove mette il ca… Berlusconi, a me interessa dove metto il mio”.


Parole di inusitata saggezza superiore, che rendono il critico d’arte più televisivo d’Italia un esempio di cultura per l’intera razza umana, e che da sole bastano a spiegare gli innumerevoli incarichi ottenuti con merito dall’ex parlamentare di Forza Italia. Non ultimo quello di direttore artistico della sezione arti visive del Festival dei Due Mondi, non si sa bene se e con quale cachet visto che la relativa pagina del sito del Festival risulta al momento “in costruzione”.

Tuttavia, alla luce del recente affare maturato con Rai Uno (un milione di euro degli italiani per 3 ore scarse di lavoro: non male vero?), il sindaco di Salemi potrebbe almeno fare uno sconticino a Giorgio Ferrara e compagnia, che – c’è da giurarci – neanche si sogneranno, dopo l’ennesima dimostrazione di superiorità offerta al mondo, di mettere in discussione le sue indubbie doti culturali e padronanza della lingua italiana, confermandolo a pieno titolo gran maestro delle mostre festivaliere e di tutto lo scibile umano.
E poi dicono che il Festival va male…

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