A sorpresa e smentendo tutti i pronostici la vittoria del Leone D’Oro della 71 ma Mostra Internazionale del Cinema di Venezia va al regista svedese Roy Andersson con il film “Un piccione su un ramo che riflette sull’esistenza” (A pigeon sat on a branch reflecting on existence). Il film in stile surreal-noir ha conquistato la giuria. Il regista ha descritto questo film come un mix di tre romanzi, Don Chisciotte di Cervantes, Uomini e topi di John Steinbeck e Delitto e castigo di Dostoevskij e considera questo suo lavoro l’ultimo di una trilogia dopo Songs from the Second Floor (2000), Premio della Giuria a Cannes, e ‘You, the Living’ (2007).
“A Pigeon sat on a Branch refletting on Existence” racconta di un viaggio in un non meglio precisato paesaggio occidentale, di un venditore e di un ritardato mentale. Un percorso fatto di incontri e situazioni inaspettate che diventano strumento per offrire un punto di vista originale sulla società attuale, caratterizzata dalla supremazia della vanità. Il regista, con il suo Leone stretto in mano, ha fatto una dichiarazione d’amore al cinema italiano: “L’Italia ha dato tanti maestri che mi hanno ispirato. Soprattutto il De Sica di “Ladri di biciclette” – segue il racconto dettagliato del film, trama e biciclette conservate comprese – Il suo cinema è empatico, come deve essere, così io continuerò seguendo l’esempio di De Sica”.