Ultime News: Fiorello indignato esprime il suo chiaro concetto vs i vignettisti francesi che non hanno avuto rispetto della tragedia dell’Hotel Rigopiano.
Ultime News : Fiorello giustamente senza peli sulla lingua tagga come “pezzi di merd*” i vignettisti di Charlie Hebdo. Gli italiani tutti questa mattina sui social network hanno trovato un’immagine inquietante. Una presa per i fondelli circa la tragedia italiana dell’Hotel Rigopiano. Fiorello contro i vignettisti francesi per la pubblicazione della vignetta sulla slavina all’Hotel Rigopiano. Nessuno ha mai ostacolato la libertà di stampa.
A volte si esagera e questo secondo molti è il caso dei vignettisti di Charlie Hebdo. In nome della satira infatti si colpisce il dolore di quanti hanno perso i familiari o gli amici in una tragedia. E’ successo altre volte, anche nel caso del terremoto di Amatrice. La testata giornalistica francese, se questo è realmente il suo ruolo, di satira ne sta facendo anche troppa e fuori luogo. Questo è quanto molti pensano. Ed è anche il caso del famoso conduttore televisivo Fiorello, che commenta sul suo profilo facebook.
Fiorello dopo la tragedia Hotel Rigopiano contro la vignetta di Charlie Hebdo
Fiorello si scaglia e pubblica un video contro la vignetta di Charlie Hebdo. “La Morte sugli sci” questo è il suo macabro titolo. L’ormai famosa testata francese fa della “satira” sulla tragedia dell’Hotel Rigopiano. Ricordiamo che a distanza di giorni dall’evento, ancora si stanno cercando i corpi dei “possibili” miracolati.
Il conduttore televisivo e radiofonico ha postato sul proprio profilo Facebook un video dell’edicola mattutina, in cui compare la vignetta. Fiorello dice chiaramente di non capire questa satira. Il suo commento sulla “vergognosa” vicenda continua sulla libertà di espressione, chiama infatti “pezzi di m****” i vignettisti francesi.
La riflessione di Fiorello condivisa da tutta Italia a Charlie Hebdo
Fiorello non è di certo contro la satira, visto che nei suoi programmi ne troviamo di tutti i tipi. Il noto conduttore non può altre-sì essere tacciato di non essere “aperto”. C’è solo da chiedersi come si fa ad approfittare del dolore e della morte. Questo si chiama giornalismo?
