Chiara Iezzi: “il mio sogno segreto è sempre stato fare cinema”

Classe 1973, un passato musicale “di coppia” che l’ha vista protagonista e vincitrice di alcune delle manifestazioni più importanti del nostro paese come il Festival di Sanremo, una carriera da solista che dal 2007 le da moltissime soddisfazione e un futuro che punta al cinema. Chiara Iezzi, l’istronica cantante, attrice e produttrice è la protagonista della nuova Web Serie Made in Italy T-Cave al fianco di Gianmarco Tognazzi dove vestirà i panni di una ricercatrice chiamata ad interpretare dei simboli misteriosi situati all’interno di una caverna. Un personaggio chiave che, durante la seconda stagione, avrà ancora più spazio ed importanza.

Chiara Iezzi, intervista esclusiva a Gente Vip
Chiara Iezzi, intervista esclusiva a Gente Vip

Abbiamo incontrato Chiara per parlare del suo futuro e di come è nata questa passione per la recitazione che l’ha portata a rimettersi di nuovo in gioco.

Dalla musica alla recitazione: come mai questa scelta di cambiare prospettiva nella tua vita nonostante il successo avuto?

Mi sono presa del tempo per capire se era quello che volevo veramente, ma ammetto che il cinema è sempre stato il mio sogno segreto. Ricordo che a 12 anni dopo aver visto “Splash Una sirena a Manhattan”, un film cult di Ron Howard con Tom Hanks, ho pensato tra me e me che un giorno avrei voluto diventare un’attrice. Nel corso degli anni poi, quando ero già conosciuta pubblicamente, mi è stato proposto di recitare in alcune occasioni, ma essendo impegnata con la musica, non potevo comunque accettare. È andata comunque bene così perchè avendo studiato, ora mi sento tecnicamente preparata come attrice e quindi anche più sicura di quello che posso offrire professionalmente.

Cosa ti ha portato a scegliere di studiare recitazione quattro anni fa?

L’istinto e il caso. Avevo già fatto dei corsi a Los Angeles e New York nel 2008. Poi nel 2011 ho cambiato appartamento e l’accademia di recitazione era casualmente proprio sotto casa mia. A quel punto ho iniziato a studiare con continuità e mi sono innamorata totalmente della recitazione. Ho capito che era proprio la dimensione giusta per me, e che recitando potevo esprimere tutto il mio mondo immaginario. Meno di un anno fa ho realizzato anche un piccolo cortometraggio da regista. Infatti amo moltissimo anche il filmmaking: quindi la sceneggiatura, la regia, il montaggio; soprattutto il montaggio. Ma non quanto amo recitare. Essere attrice è diventata proprio una scelta precisa.

Come ti sei avvicinata al progetto Under: The Series?

Sono stata contattata dal regista Ivan Silvestrini. Aveva letto in qualche intervista che avevo deciso di dedicarmi solo alla recitazione. Mi vedeva idonea per il ruolo dark di Tea, ma non è stato facile e immediato.Ho dovuto superare due auditions per ottenere la parte. Una tramite un self-tape via mail, l’altra a Roma con lui per uno screen test definitivo. Pensava che io e Gianmarco Tognazzi potessimo funzionare molto bene insieme come attori, e come villains della Serie.

Puoi raccontarci qualcosa del tuo personaggio?

Volentieri. Mi piace l’idea di aver potuto debuttare con un ruolo così complesso.Il mio intento come attrice era di creare per Tea un’ allure per certi versi sacerdotale. Ivan mi aveva dato indicazioni precise: Tea non è un personaggio in cerca di approvazione e non ha come obiettivo di piacere necessariamente agli altri per portare avanti i suoi scopi. Per questo rinuncia a qualsiasi forma di vanità e questa è la ragione del suo aspetto rigoroso. In parte Tea mi ispirava anche qualcosa di retrò. Un sapore quasi liberty, ma è paradossale perchè la serie invece è ambientata nel 2025. Era molto importante per me darle credibilità nelle movenze e nell’attitudine che ho studiato nei minimi particolari. Essendo musicista, ho cercato anche una sua “sonorità” e un suo ritmo. Tea come qualsiasi personaggio da interpretare, ha un suo corredo comportamentale definito, che va da un suono preciso della voce a gesti ricorrenti. È una regista e le sue gestualità sono collegate soprattutto all’uso dello sguardo, a come osserva le cose che accadono, in costante autofocus. Tea non si lascia andare a nessuna emozione, ho studiato vari libri di psicologia per questo aspetto, ma ho anche lasciato che durante le riprese emergessero in me le sue caratteristiche, mantenendo le necessità del personaggio indicatemi dal regista. L’aspetto autentico di vivere le emozioni di un carattere diverso da te, è una magia vera e propria dell’essere attore.

Il primo giorno sul set: come è andata?

Molto bene. Avevamo fatto le prove di lettura del copione il giorno prima a casa della produttrice Gloria Giorgianni. Il clima era rilassato e professionale, un set ordinato sia nei tempi che nei modi, ma anche divertente.

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