Checco Zalone vola in Francia, si lavora per un remake

La Francia sembra alzare i pollici in su con una certa effervescenza per il nostro comico Checco Zalone: il film “Sole a Catinelle” che è stato presentato in Francia, e a farlo è stato proprio Zalone così acclamato e atteso che la stampa ne ha parlato persino come un nuovo Roberto Benigni o almeno un possibile erede. Forse è troppo presto per fare certi paragoni, ma quel che certo è che Sole a Catinelle ha avuto un successo così grande anche oltre l’Italia che le produzioni francesi pensano di farne un remake: i produttori francesi infatti si starebbero già contendendo i diritti.

Checco Zalone acclamato in Francia
Checco Zalone conquista Parigi, i francesi si lasciano travolgere dall’ironica energia di Sole a Catinelle

Un successo davvero “a catinelle” per l’Italia e il comico pugliese, e destinato ancora ad accrescersi perchè sicuramente girovagando per le sale della vostra città lo troverete ancora in programmazione: il film finora ha totalizzato un numero altissimo di 7.782.784 spettatori diventando il secondo maggior incasso di sempre dopo Avatar, seguito poi ancora una volta da “Che bella giornata”, altro successo di Zalone nel 2011. Basti pensare che questa settimana nonostante le uscita di grandi titoli, Zalone è ancora stabile in quarta posizione. Insomma il comico sembra destinato a poter essere più incisivo al cinema che in televisione, perché piaccia o meno la stagione cinematografica di quest’anno potrà definirsi memorabile proprio per il grande successo che ha permesso al cinema italiano di destare interesse anche nel resto dell’Europa. A dimostrarlo è proprio la risposta che Zalone ha dato al ministro Renato Brunetta, che aveva definito il film come “filosofia positiva, generosa, anticomunista, moderata, serena di Berlusconi e Forza Italia”. Il comico ha sottolineato proprio in occasione dell’incontro presso l’Istituto di Cultura Italiana a Parigi, come gli autori abbiano lavorato per non dare alcun tipo di carattere ideologico alla pellicola, affermando che “Quella di Brunetta è un’interpretazione estensiva”.

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