Addio ad Anita Ekberg, l’attrice svedese diva de “La Dolce Vita” di Fellini

Bella da morire, femme fatale senza tempo pur ricalcando la bellezza femminile del suo tempo, si è spenta ad 83 anni Anita Ekberg. L’attrice svedese era ricoverata nella clinica San Raffaele di Rocca di Papa, vicino Roma, da un po’ intenta a lottare per la sua salute, costretta a stare sulla sedia a rotelle.

Anita Ekberg è morta, il cinema piange la musa di Fellini
Anita Ekberg è morta, il cinema piange la musa di Fellini

Muore Anita Ekberg icona della Dolce Vita

Donna sempre piacente, con la risposta sempre pronta, è chiaro che il ricordo più forte della Ekberg è quello che ci ha lasciato Federico Fellini: la bellissima attrice che si immerge nella Fontana di Trevi, decisa, sicura e seducente, mentre strizza l’occhio al bel Marcello Mastroianni invitandolo a raggiungerla: “Marcello, come here! Hurry Up!”. E’ questa la scena simbolo del capolavoro del cinema mondiale “La dolce vita”, il film che ha reso l’attrice svedese un’icona non solo di bellezza ma anche del cinema.

Più di chiunque altro, Anita Ekberg è stata la donna e l’attrice più affezionata a Federico Fellini: quando il regista iniziò ad ammalarsi, lei era la sola a chiamare prima e dopo la scomparsa, un gesto che la moglie Giulietta Masina avrebbe apprezzato nel tempo dati sospetti di una relazione tra  i due.

Dall’America all’Italia: La Ekberg conquista il cinema mondiale

Per Anita Ekberg, che Fellini chiamava “Anitona“, il cinema è stata una spiaggia su cui è arrivata per caso: complice naturalmente la sua bellezza che da concorsi da Miss l’ha portata a firmare un contratto con la RKO, che vide in lei la donna perfetta per incarnare quella bellezza bionda, formosa e seducente che tanto piaceva agli americani. Ma la prima occasione non fu buona, ne ricavò solo una proposta di matrimonio dal regista Howard Hughes, che lei rifiutò.

Il cinema però l’aveva già conquistata e così, studiato un po’ di recitazione, nel 1953 ottiene un piccolo ruolo fino a giungere poi nel 1955 in Guerra e Pace di King Vidor. Il grande successo però è nel 1959 quando giunge in Italia e Federico Fellini ne fa la sua indimenticabile musa.

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