Roberto Benigni a Rai 1: “La politica in questo momento non esiste, meglio buttarsi su Dio”

Quando è Roberto Benigni a parlare è molto raro che il pubblico italiano non presti ascolto. I risultati della prima puntata del 15 dicembre de I Dieci Comandamenti andata in onda su Rai Uno conferma le aspettative registrando 9.104.000 telespettatori per uno share del 33,22% che ha fatto della serata di ieri il programma più visto dell’anno, dopo Sanremo. Il personaggio, in sé molto spesso contestato, è in grado di dividere gli utenti: lo si ama incondizionatamente oppure no. Ma in entrambi i casi, si dà almeno un’occasione a ciò che dice e si riflette in merito. Questa volta il tema “doveva essere la Bibbia” ma come sappiamo, le cose sono andate solo in quella direzione. Per bocca dello stesso Benigni: “mi tocca parlare di Rebibbia”.

Roberto Benigni record di ascolti per i suoi "Dieci Comandamenti" in onda su Rai Uno
Roberto Benigni record di ascolti per i suoi “Dieci Comandamenti” in onda su Rai Uno

“Sono felice di essere a Roma, di vedervi tutti a piede libero: con l’aria che tira, siete gli unici in tutta la città, abbiamo fatto fatica a trovare tutte le persone incensurate. Abbiamo avuto il permesso della Rai, della questura, della Banda della Magliana… possiamo cominciare”.

Questo l’incipit dei suoi “Dieci comandamenti” lo show in onda su Rai Uno. Già dalla prima frase, la platea del Palastudio di Cinecittà ha acclamato l’oratore in questione. L’argomento tirato in ballo, in un modo o nell’altro, ma pur sempre con una certa maestria, non è di certo dei più leggeri: le inchieste finanziarie tuttora in atto stanno gettando una grande ombra sulla Capitale. Mafia e Roma erano due parole che nessuno avrebbe voluto vedere accostate, ma ormai il danno è fatto e ci vuole una certa abilità per parlare tanto apertamente di un tema così attuale, sapendo anche ironizzare su un punto così buio.

“Politici, consiglieri, imprenditori hanno fatto in modo di violare tutti e dieci i Comandamenti, forse perché sapevano che stavo arrivando, mi vogliono bene. Stanno arrestando tutti, stasera arrivare qui è stata un’impresa, abbiamo dovuto evitare due o tre retate. Roma rimane la più bella città del mondo, sotto Natale poi, con gli addobbi, le decorazioni: ce ne sono tantissime, specialmente quelle bianche e blu lampeggianti che hanno messo sopra le macchine per farle vedere meglio, con quei suoni tipo cornamuse. In Campidoglio è pieno”.

Un discorso dal quale non si salva nessuno, quello del premio Oscar. Chiaramente primi bersagli della sua requisitoria sono stati i politici, i quali “si sono giustificati dicendo: ho sbagliato a scegliere collaboratori che sembravano insospettabili, persone perbene… Eppure i soprannomi erano il ‘carognone’, il ‘porco’, il ‘cecato’, il ‘ruvido'”. 

Non c’è clemenza nelle parole di Benigni, né alcun tentativo di minimizzare. L’indignazione dell’opinione pubblica ha raggiunto picchi storici e Roberto la cavalca. Solo dopo questo preambolo dichiara che “la politica in questo momento non esiste: meglio buttarsi su Dio”. Nel monogolo emerge una visione completa della figura divina, che di volta in volta è quella del Dio liberatore, che ci insegna come dalla legge venga la libertà e dalla libertà l’amore“, oppure del “Dio geloso, che ci vuole tutti per sé. Mi sembra di sentirlo: Robertino, dimmi la verità, non è che hai visto Buddha ieri sera?”, e ancora del Dio implacabile e infine del Dio tenero.

L’argomento religioso non è di certo una tematica più facile da gestire senza arrecare offesa ai sentimenti di qualcuno. Farlo vuol dire muoversi sul filo del rasoio, rischiando che le proprie parole vengano manipolate o male intese. Un’orda di polemiche è pronta a sollevarsi accanendosi su chi ha parlato e scagliando contro di lui accuse nonché scetticismo e rifiuto. Ci vuole testa per condurre il pubblico a riflettere. Benigni ci prova, concludendo così la sua prima serata:

“Nessuno ha più il coraggio di rimanere da solo con se stesso. Ma i Comandamenti ci dicono di fermarci: siamo andati talmente di corsa con il corpo, che la nostra anima è rimasta indietro. Fermiamoci altrimenti l’anima ce la perdiamo per sempre”.

Scrosci di applausi a non finire e grande commozione negli occhi di Roberto Benigni che rinnova l’appuntamento a stasera.

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