Franco Califano: E’ morto “Er califfo”, addio al poeta e playboy di borgata

Notizie ultima ora – Una Pasqua 2013 in lutto per la musica italiana. Venerdì Enzo Jannacci, sabato Franco Califano. Nell’arco di 24 è morto prima un simbolo di Milano, poi uno di Roma, “er Califfo“. Il cantautore, scrittore e attore, è morto nella sua casa di Acilia, a Roma in seguito a una crisi respiratoria. Aveva 74 anni ed era malato da tempo. Solo pochi giorni fa, il 18 marzo, si era esibito al Teatro Sistina della capitale. Originario di Pagani, in provincia di Salerno, ma romano di adozione, era conosciuto anche come “il maestro”. Tra i suoi più grandi successi “Tutto il resto è noia”, “La mia libertà”, “Io non piango” e ”Io per le strade di quartiere”. Ma sono molto famose anche le canzoni che ha scritto per altri artisti come Mia Martini, Ornella Vanoni, Peppino di Capri e Mina. Nel 2006 ha partecipato alla terza serie di Music Farm, mentre nel 2007 e nel 2010 è apparso in due puntate di Ciao Darwin.

Franco Califano è morto: Aveva 74 anni

Playboy venuto dalle periferie, cinico e allo stesso tempo romantico. Una vita di eccessi mai negati, la sua, tra canzoni, concerti, night, serate nei piani bar, alcol e droga. Arrestato la prima volta nel 1970 per possesso di stupefacenti, venne assolto con formula piena. Da questa esperienza carceraria è nato l’album “Impronte digitali”. Giovanissimo aveva avuto una figlia, Silvia, che ora fa la ballerina. Non aveva mai negato la sua paternità, le aveva dato solo il nome, ma era sparito qualche mese dopo la sua nascita. “Perché i figli si devono crescere e amare – aveva detto un giorno – Io, questa possibilità me la sono sempre negata”. Negli ultimi tempi si era dato al sociale e alla tv. Frequentava le carceri, preparava concerti ed era amatissimo dai detenuti, che forse si riconoscevano nella sua storia personale, nella sua travagliata esistenza. I suoi ultimi anni sono stati difficili: aveva sperperato un patrimonio, il fisico, cui aveva sempre chiesto molto, cominciava a cedere e finì sui giornali perché aveva richiesto l’aiuto della legge Bacchelli. Il 18 marzo aveva cantato al Sistina di Roma. Ma proprio quando la sua vicenda si stava avviando al declino, è stato riscoperto dalla nuove generazioni, Fiorello gli ha dedicato una delle sue imitazioni più popolari, i Tiromancino hanno registrato con lui, come hanno fatto jazzisti importanti come Stefano Di Battista.

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