Un anno fa, con una petizione promossa dal Comitato di zona di Borgo San Martino di Cerveteri furono raccolte centinaia di firme per chiedere di riportare a Cerveteri l’importante reperto etrusco chiamato: “Cratere di Eufronio” in occasione dei festeggiamenti per il decennale dell’inclusione della necropoli di Cerveteri nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO, la famosa coppa attica opera di Eufronio è tornata al luogo del suo ritrovamento.
Prorogata fino al 21 settembre 2014 presso il Museo nazionale Caerite, la mostra La Coppa di Eufronio: patrimonio dell’umanità, un percorso che ha un’unica grande protagonista: la Kylix di Eufronio e dell’allievo Onesimo. Dipinta con scene della guerra di Troia a figure nere e rosse, datato tra il 500 e il 490 a.C., è uno dei reperti archeologici più contesi degli ultimi anni, con una travagliata storia tutta da esplorare. Il reperto, infatti, è uno dei tanti oggetti “sbucati dal nulla” oltreoceano – e usciti clandestinamente dall’Italia – che il Getty Museum di Malibù acquisisce dagli anni Settanta fino ai primi anni 2000.
Solo nel 1999, dopo tante indagini e lunghe trattative internazionali, il Getty è costretto a restituirlo all’Italia, consegnandolo al Museo archeologico nazionale di Villa Giulia, dove è a tutt’oggi esposto. Ma adesso, dopo 40 anni, la Coppa è tornata a Cerveteri dove, dopo il furto, non era mai tornata, e dove quindi non era neanche mai stata esposta in una mostra.
Tra l’altro, prima di arrivare al Getty Museum, tra le tante e misteriose avventure che l’hanno vista protagonista, la “povera” Coppa di Eufronio è stata venduta in frammenti. Poi, il Getty la acquisisce ricomposta, almeno parzialmente.