Roberto Guarducci: “la moda è immagine e comunicazione, ritengo che il buon gusto seduca sempre”

Il fashion designer Roberto Guarducci ha all’attivo una lunga e brillante carriera. Livornese ma residente ed operativo a livello professionale a Bari ha un curriculum vitae nel campo della moda di tutto rispetto. Dopo aver frequentato molte case di moda tra Roma e Milano ha acquisito una notevole esperienza nel settore, sperimentando le sue capacità creative all’interno di Aziende molto importanti del calibro di Luciano Soprani per approdare successivamente nella Maison delle Sig.re Fendi a Roma, per le quali ha lavorato per oltre vent’anni sino al 2003. Attualmente ricopre con orgoglio la carica di Docente di Fashion Design presso l’Accademia delle Belle Arti di Bari ed è direttore artistico di eventi fashion e glamour, come quello previsto per il prossimo 2 Maggio al Teatro Petruzzelli di BariLa Magia delle Muse”, collaborando ormai da anni con Maria Carmen Martorana, titolare dell’Agenzia “Carmen Martorana Eventi”. Lo stilista Roberto Guarducci si racconta nell’intervista esclusiva a GenteVip.

Come nasce lo stilista Roberto Guarducci?

Roberto Guarducci intervista esclusiva a GenteVip
Roberto Guarducci intervista esclusiva a GenteVip

Sono nato a Livorno nel 1959 ma ho sempre vissuto a Bari, dove attualmente svolgo il mio lavoro. Durante gli anni ’80 ho lavorato a Roma e soprattutto a Milano. La mia carriera è iniziata nel 1978: credo che quello della moda sia stato un lavoro per il quale sono stato predestinato; è un lavoro che a me piace molto e verso il quale ho sentito sempre un’attrazione particolare. Ci tengo a precisare che tutto è avvenuto per casi fortuiti: ho iniziato a Bari presso l’Azienda “Trione” che mi chiese di disegnare pellicce. Prima di questa esperienza la Famiglia Mincuzzi, nel cui negozio erano presenti le Griff più importanti, da Versace ad Armani, venne a sapere che avevo disegnato un abito per mia madre che fu molto apprezzato: in particolar modo fui notato dalla Sig.ra Fortuna Mincuzzi. Quando ho iniziato io nel campo della moda non esistevano né Accademie né tantomeno Università che potessero indirizzare i giovani in tale campo. Entrai nella Maison Basile a Milano per imparare il mestiere al fianco dello Stilista Luciano Soprani, che funse per me come una sorta di “bottega degli artisti”. Subito dopo, nel 1982, conobbi le Sig.re Fendi che mi chiesero se volessi lavorare nella “Maison Fendi” a Roma, lavoro che ho accettato con estrema gioia e che ho svolto sino al 2003. L’incontro con le Sig.re Fendi è avvenuto puramente per un caso della sorte: è stata mia madre ad incontrare per ben due volte, una volta mentre si trovava in una sala d’attesa di uno studio medico e l’altra in aeroporto, una delle Sig.re Fendi e nel corso delle loro conversazioni emerse il fatto che io mi occupassi di moda tanto da incuriosire le Sig.re Fendi da chiedermi un incontro conoscitivo: da quell’incontro deciso dal destino fui assunto. Nella “Maison Fendi” io ho avuto modo di trovare un’immagine della moda esponenziale e ho avuto il piacere di collaborare anche, tra le altre figure che ho conosciuto in Atelier, con il genio della Moda Karl Lagerfeld e con il costumista Piero Tosi. Sono entrato nella Maison molto timidamente perché, sebbene avessi avuto esperienze importanti a Milano si trattavano pur sempre di prêt-à-porter, mentre in casa Fendi si aveva modo di confrontarsi dalla borsetteria alla pellicceria, all’abbigliamento (foulard, costumi da bagno). Io ho visto crescere l’Azienda da livello famigliare all’industrializzazione massima sino al 1999, anno in cui è stata venduta ad una multinazionale francese (proprietari peraltro di Louis Vuitton). Dopodiché sono rientrato a Bari impegnandomi in Consulenze di Fashion Design ed ho insegnato anche all’Università di Bari dal 2003 sino al 2013, ricoprendo, contemporaneamente, anche il ruolo per me molto importante di Docente di Fashion Design presso l’Accademia delle Belle Arti, sita a Bari.

Roberto Guarducci: “amo la bellezza sottile, raffinata ed eterea”

Da chi ha ereditato la passione per la moda?
Da mia nonna e da mia madre, due donne di gran classe e buon gusto, le quali mi hanno sempre stimolato e fatto notare cosa significasse parlare di qualità, eleganza e buon gusto.

Quali outfit consiglierebbe alle lettrici di GenteVip per questa Primavera/Estate 2015?
Io sono fermamente convinto che ogni persona possiede una propria caratteristica fisica. A mio parere la semplicità è sempre l’arma vincente. Il tutto sta anche in ciò che noi desideriamo mostrare agli altri e nelle reazioni che, a nostra volta, ci aspettiamo che gli altri abbiano. La moda è immagine e quindi comunicazione; ritengo che il buon gusto seduca sempre. Soprattutto in questo determinato momento storico, non del tutto roseo, la gente ha voglia di colore che dia entusiasmo alla vita da utilizzare come una sorta di controtendenza al periodo in cui viviamo.

A quale prototipo di donna si ispira per le sue creazioni?
Io amo ispirarmi a donne raffinate, sofisticate e che abbiano anche una seduttività interiore, oltre che esteriore, che sappiano sedurre attraverso lo sguardo e le movenze. A me piacciono le immagini semplici e fortemente caratterizzate dalla scelta del tessuto e della linea: forme strutturate e al contempo semplici e domanti per la persona che indossa il capo. L’armonia a mio avviso è quella che dà un’immagine positiva: io amo la bellezza sottile, raffinata ed eterea e non quella costruita e altamente forzata.

Il 2 Maggio sarà presente al Fashion Show “La Magia delle Muse”: come nasce questo evento e di cosa si tratta?
Io sono il Direttore artistico di questo evento, che è giunto alla sua seconda edizione, insieme a Giacomo Tomasicchio, Presidente del Circolo unione di Bari, e a Maria Carmen Martorana, Responsabile organizzativa. Già sin dalla prima edizione mi era stato richiesto di ricoprire tale ruolo dal momento che la mia famiglia è iscritta in qualità di socia del Circolo Unione. Si tratterà di una sfilata di Alta Moda all’interno della Sala delle Muse, una delle poche zone non toccate dalle fiamme dell’incendio che ha infestato il Teatro Petruzzelli a Bari: la prima edizione ha avuto notevole successo e mi hanno chiesto di occuparmi della direzione artistica inserendo nomi di stilisti importanti. L’evento prende tale nome poiché sono state le Muse ispiratrici della moda a spingermi ad assegnarli tale nome.

Quali qualità crede debbano possedere gli stilisti emergenti per poter portare alto il nome del “Made in Italy” nel mondo?
Io credo che si debba assolutamente cercare di cancellare ogni bruttura che si trova purtroppo molto spesso in giro che ci ha portato alla convinzione che la creatività esasperata sia sempre vincente. La differenza, invece, è fatta da elementi quali ad esempio lo chic, che è sempre fondamento di eleganza, novità e creatività, la classe e il buon gusto. Oggigiorno sempre più spesso assistiamo ad una spinta inaudita da parte del giornalismo che non sempre segue le reali esigenze del mercato e che finisce col dare maggior rilievo a giovani meno talentuosi a discapito di altri più meritevoli; è come se la carta stampata ponesse un muro che va a bloccare inevitabilmente il mercato. Altre qualità che un buon giovane deve possedere per affrontare il difficile campo della moda sono senza dubbio la fortuna, tanta grinta e tenacia.

Ha avuto la possibilità di lavorare a stretto contatto con il genio della Moda: Karl Lagerfeld. Cosa porta dentro di questa esperienza?
Io ho lavorato con Karl Lagerfeld per tantissimi anni all’interno della “Maison Fendi”. Posso dire che si tratta di una persona molto particolare, che ama vivere in un mondo tutto suo e che vive una vita del tutto esclusiva. È una persona eccezionale che riesce ad andare avanti nel campo della Moda perché si istruisce continuamente ed è sempre molto attento a ciò che gli succede intorno; è un uomo in continua ricerca e sperimentazione. Ciò non toglie che sia ovviamente sia anche circondato da persone adeguate che lo mettono a proprio agio nel suo lavoro. Oltre che per Fendi, Karl Lagerfeld ha lavorato con Aziende del calibro di Chloè e Chanel. È una persona geniale sotto l’aspetto lavorativo e professionale mentre sotto l’aspetto umano è una persona diffidente che non ha molti contatti con le persone con le quali lavora.

Ci sono delle nuance che ricorrono fortemente all’interno delle sue creazioni e dei tessuti che preferisce utilizzare?
Io inserisco molto il raso di seta. Prediligo i contrasti nero-avorio o il “Total white”. Il rosso mi piace molto come anche i colori pastello. Dipende poi tutto dall’esigenza del momento. Io preferisco utilizzare tessuti leggeri quali, ad esempio, georgette e saten.

Progetti imminenti in cantiere?
Sì, a dire il vero ci sono dei progetti in via di sviluppo con Carmen Maria Martorana e miei progetti personali del tutto embrionali ancora. Per il momento sto pensando di fare creazioni di Alta Moda ma devo pensare bene alla parte strutturale ed organizzativa.

Intervista a cura di Adam Rizzi

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