Marco Morandi tra musica e teatro: “Il mio futuro è in giro in Italia per teatri”

Ha dovuto combattere contro i pregiudizi dell’essere nato figlio del grande Gianni Morandi ma nonostante ciò Marco Morandi è riuscito col tempo a dimostrare, a chi lo aveva giudicato troppo in fretta, di aver trovato una propria strada, seguendo sì le orme del padre, ma una strada del tutto personale e innovativa. Attraverso le note il musicista ha avuto modo di farsi conoscere in teatro e non solo e a lui si deve la sigla del programma “Chi vuol essere milionario”. Musicista affermato, marito e padre di tre figli, attualmente è impegnato nella riscoperta dei brani di Rino Gaetano e prossimamente sarà ospite alla serata “Romantica” che si terrà il 1° luglio a Bugnara. Marco Morandi su Gente Vip.

Marco Morandi intervista esclusiva a Gente Vip Gossip News
Marco Morandi

Marco Morandi su Gente Vip: “Sto facendo anche delle commedie non musicali…”

La professione di cantante/musicista è una passione scelta o indotta?

E’ stata assolutamente scelta. Prima di tutto io ho cominciato ad essere un musicista, poi ho iniziato a cantare da giovane e a fare gruppo a scuola e diciamo che sono finito a cantare perché nel gruppo ero quello meno peggio. All’inizio ho cominciato a cantare un po’ per necessità, ma poi mi sono trovato bene e sentivo anche una certa passione nel farlo. Mi sono ritrovato quindi a essere un cantante all’improvviso; ho cominciato poi con quelli che furono i “Percentonetto”, che è stata la mia prima band e con la quale sono andato a Sanremo nel ’98. Mi ritengo comunque musicista, ho suonato il violino da quando ero bambino, poi il pianoforte ed altri strumenti finché con gli amici ho cominciato anche a cantare.

Quali sono i pregi e i difetti del vivere in una famiglia di artisti?

Ovviamente molti pregi, la fortuna è di essere a contatto con il mondo dello spettacolo e della musica, quindi ho avuto anche la fortuna di conoscere molti personaggi e artisti da vicino e di alcuni ho avuto anche modo di conoscerne i segreti. Stando a stretto contatto con i personaggi hai una visione più completa di questo mondo. Il difetto invece, che è l’unico che può esserci, è quello del continuo confronto, il pregiudizio che può esserci nei miei confronti, avendo un padre di questo tipo (Gianni Morandi, ndr). Però sono problematiche che ormai alla mia età sono riuscito a superare e non mi tocca più come cosa, anche perché ho fatto il mio percorso, faccio le mie cose, ho le mie soddisfazioni e gratificazioni.

A quale genere musicale ti ispiri maggiormente?

Ho avuto un’educazione musicale classica e all’inizio ascoltavo solo ed esclusivamente musica classica. Mi sono formato con Bach, Beethoven, Chajkovskij poi crescendo nel periodo dell’adolescenza, con la scuola, ho conosciuto tutto il mondo del rock o comunque della musica contemporanea che mi era sfuggita un po’ all’inizio e mi si è aperto un mondo. I miei modelli quindi sono veramente molto vari. Ascolto Paolo Conte così come ascolto i Nirvana, che sono agli antipodi, però mi piacciono entrambi.

Quale esperienza ritieni sia stata formativa per la tua carriera?

Tantissime, sicuramente l’esperienza di suonare uno strumento come il violino da quando ero bambino è stata la formazione più importante, poi ho avuto anche altre esperienze, ho avuto la fortuna di girare con mio padre in alcune tournée sue e quindi ho conosciuto i trucchi del palcoscenico e del mestiere da molto vicino. Poi l’esperienza forse più importante che ho avuto qualche tempo fa è stata quella di “Giamburrasca”, che è stato un musical  che mi ha portato nei più grandi teatri italiani per due anni ed è una realtà che mi ha fatto avvicinare al teatro, realtà che non ho più abbandonato.

Sarai all’evento “Romantica – 10° Festival internazionale dei fioristi Europei”, perché il pubblico dovrebbe partecipare all’evento?

In quel contesto io vado in giro con la band “Rinominati” e insieme facciamo un tributo a Rino Gaetano, personaggio che ormai già da un po’ di tempo è ritornato in voga e giustamente, perché è un artista che purtroppo è conosciuto poco e si conoscono poco le sue canzoni. Di tutto il repertorio si conoscono solo quelle due o tre quattro canzoni più famose, quando poi c’è tutto un universo da scoprire di Rino Gaetano, che sono le canzoni meno famose ma pregne di significato, di messaggi universali e molto attuali che molti giovani di oggi riescono a cogliere, quindi noi ai nostri concerti ritroviamo un sacco di adolescenti, di giovani che nati anni dopo la sua scomparsa invece conoscono le sue canzoni a memoria e questo è proprio indicativo della sua forza, della forza dei suoi testi, delle sue canzoni. Quindi io inviterei a venire proprio per scoprire Rino Gaetano in tutto e per tutto, non solo le sue canzoni ma tutto il background tra lui e i significati delle sue canzoni ed è uno spettacolo da non perdere da quel punto di vista.

Sei papà di tre bambini, saresti felice se i tuoi figli seguissero le tue orme?

Non saprei, sarei felice se loro sono felici. Sinceramente non mi sto prodigando per far loro studiare musica o per farli essere dei musicisti, vorrei che trovino la loro strada, la loro passione, se poi dovesse essere quella musicale che ben venga, l’importante è che siano contenti e soddisfatti. Io comunque cerco di influire il meno possibile su questo. Io faccio uno spettacolo dove parlo proprio di questa problematica, chiamiamola così, di essere “figlio di” e parlo anche dei miei: “Proprio per non metterli di fronte a questi problemi ho cercato di non far loro seguire la musica e li ho spinti invece sulla pittura e sui disegni, ma non è che da grande qualcuno chiederà loro se sono parenti di Giorgio Morandi?, quindi il problema si proporrebbe ugualmente!” (ride,ndr). Quindi la battuta era per dire che cerco di influire il meno possibile.

In quali progetti futuri ti vedremo coinvolto?

Ultimamente mi sono molto concentrato sul teatro, sto facendo anche delle commedie non musicali, quindi teatro di prosa e l’anno prossimo andrò al Sistina che a Roma, è il teatro più importante ed essere arrivato lì è una grande soddisfazione, anche perché è un progetto che è nato proprio da me e dai miei colleghi. Quindi direi che il mio futuro è in giro in Italia per teatri.

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